VALDOBBIADENE
Il sole e uno gnomone per catturare il tempo
Le meridiane sono manufatti seducenti.
Rappresentano il tentativo più pratico ed efficace che l’uomo ha escogitato per imprigionare il tempo, per dargli una restituzione “grafica” e per comprenderlo più a fondo nelle sue dinamiche naturali. L’avvento degli orologi meccanici non ne ha cancellato il valore. Gli orologi meccanici si basano su un tempo convenzionale. Le meridiane invece risultano più “puntuali” perché fatte “su misura”, in base alla latitudine e alla longitudine del luogo in cui si trovano. Il principio è semplice eppur geniale: un braccetto detto “gnomone” – dal greco ‘colui che indica’ – colpito dai raggi solari crea un’ombra, una linea scura che, dinamica e instancabile, fluttua sul piano in relazione al moto del sole. I suoi movimenti si sviluppano entro un’area delimitata, detta “quadrante solare”. Vi sono riportati graficamente dei segni a raggiera; ogni segno corrisponde all’ora. A volte si scorge anche una sorta di “8” più o meno allungato: è la “lemniscata”. Segna il mezzogiorno secondo le ombre tracciate in un anno in relazione al mutare dell’altezza del sole rispetto all’orizzonte. Certo, in caso di brutto tempo rimangono “fuori uso”, ma e anche qui sta il loro fascino e la loro genuinità. Il buon funzionamento delle meridiane si basa sulla maestria di specifici professionisti, detti “gnomonisti”, i quali calcolano e progettano di volta in volta un nuovo apparato. Le meridiane sono utili ma sono anche belle. Sposano scienza e arte. Colorate, spesso istoriate. Quasi sempre parlanti. Riportano motti, brevi ma incisivi, in italiano, in latino, a volte in dialetto, che ci interpellano, ci provocano e ci responsabilizzano nei confronti del tempo: Panta rei (Tutto scorre); Vivere memento (Ricordati di vivere); Omnes vulnerant. Ultima necat (Tutte rendono più fragili, l’ultima uccide). Di frequente è il sole il protagonista del messaggio: Sine sole sileo (Senza sole taccio); Nihil sine me (Nulla senza di me). Non a caso, molte meridiane compaiono su edifici sacri o comunque in contesti religiosi.
Il poeta pievigino Andrea Zanzotto era innamorato delle meridiane. Esse offrono – ebbe a scrivere – una lezione di realtà, la sensazione netta e precisa della piccolezza e dell’irrilevanza della terra, che è come una festuca persa dentro all’universo”.
La Marca Trevigiana è la terza provincia in Italia per numero di meridiane. La loro genitrice ideale si trova a Valdobbiadene, sul campanile del duomo. La realizza nel 1862 un personaggio illustre di questa terra: l’abate Giovanni Follador, matematico, fisico e astronomo, per trent’anni docente di matematica presso il Collegio vescovile di Padova. Ma soprattutto autore di trattati sui quadranti solari. Non poteva esimersi dal realizzarne un esempio monumentale proprio nel suo paese natale! La ritrae una foto storica della piazza, risalente al 1872. Distrutta nel 1918 per mano dell’artiglieria italiana, la sua meridiana è stata ricostruita graficamente nel suo aspetto originale e poi realizzata fedelmente nel 1998. Da lassù, è un tributo al suo ideatore originario e ci invita ogni giorno a far tesoro del tempo con il motto IL TEMPO E LA VITA NON SI FERMANO.
Ed ecco che Valdobbiadene ci rivela così questo suo carisma, che l’ha portato nel 2017 a divenire sede del 21° Seminario nazionale di gnomonica. E, alla luce di questa tradizione rinnovatasi nel presente, un gruppo di gnomonisti veneti, in nome dell’amore per l’artee per la scienza ha messo in campo un’ulteriore iniziativa. Di recente, infatti, proprio in omaggio all’abate Giovanni Follador, la Biblioteca comunale di Valdobbiadene si è dotata di una sala dedicata alla gnomonica: libri, strumenti solari ed un accurato apparato didattico sono a portata di tutti coloro che intendono immergersi in questo affascinante mondo per creare sinergie con altri territori e per la didattica.
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Sine sole sileo. La magia degli orologi solari:
- Sarmede
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- Nel duomo di Serravalle
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