CISON DI VALMARINO
Le virtù di Marco Casagrande ci osservano
Cison di Valmarino è il cuore di quella che fu la contea dei Brandolini, o meglio dei conti Brandoli da Bagnacavallo, divenuti Brandolini in terra veneta, dopo che, nel 1433 Brando riceve in dono dalla Serenissima questo territorio per meriti di guerra. Lo spartirà per tre anni con Erasmo da Narni, il famoso Gattamelata che poi lo cederà alla famiglia romagnola. Brando e i suoi successori governeranno la Valmareno per ben 361 anni! E ancor oggi, camminando per Cison, permane il sapore di questa presenza prestigiosa. Opifici, mulini, cantine, residenze signorili e, appollaiato al di sopra dell’abitato il Castello: architetture ancora eloquenti di operosità, di valori, di ordine.
Elemento catalizzatore dello spazio urbano è la chiesa arcipretale, dedicata a Maria e a Giovanni Battista. E’ erede di un’antica pieve ed è frutto di un’importante riedificazione in epoca barocca. Viene consacrata nel 1746 dal vescovo di Ceneda Lorenzo da Ponte. E’ un elegante edificio dall’aspetto scenografico, posto in posizione rilevata e munito di due facciate: quella principale offre lo sguardo al maestoso castello dei conti; il prospetto verso la piazza è configurato in modo non meno rappresentativo, anzi, nobilitato dalla monumentale scalinata di accesso. Ma in quel 1746 e per un secolo intero, il volto dell’edificio rimane incompleto. Manca infatti un adeguato apparato scultoreo! Forse proprio con l’intento di celebrare i primi cento anni di vita di questa elegante chiesa parrocchiale, viene incaricato uno scultore nient’affatto locale. Marco Casagrande, seppur nativo di Campea di Miane.
E’ il 1849. Un’ora funesta, l’ultima per la vicina Venezia prima della resa agli austriaci. Il maestro è appena rientrato dall’Ungheria dove, per quindici anni, è stato protagonista assoluto dell’arte scultorea. Richiesto lassù da monsignor Giovanni Ladislao Pyrker, già Patriarca di Venezia, ha espresso al meglio il suo genio, realizzando statue e rilievi per la maestosa cattedrale di Eger, di nuova costruzione. E’ una parentesi felice, anche perché è lì che incontra l’amore della sua vita, Maria, che lo segue in Italia e lo affiancherà giorno dopo giorno. Casagrande a Cison comincia a sbozzare otto figure nella pietra della locale Valle di San Daniele. Ci lavora due anni interi. Da allora, le Virtù teologali – Fede, Speranza e Carità – poste verso il sagrato, illuminano la vita cristiana di questa comunità; le Virtù cardinali invece – Giustizia e Prudenza, Fortezza e Temperanza – guardano verso la piazza e ricordano i fondamenti del convivere civile.La scultura monumentale del Battista occupa la nicchia ed offre la sua eterna benedizione.
L’apparato scultoreo verrà inaugurato nel mese di aprile del 1852.
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La scultura tra sacro e storia:
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