San Vendemiano

SAN VENDEMIANO

Miracolo a Lisbona. La pittura di Giovanni Marchesi

E’ il 1832. Giovanni Marchesi ha 28 anni. E’ figlio di contadini della Val di Non, ma vive da tempo a Venezia, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti. La sua arte han trovato nutrimento nella pittura del Veronese, del Tiepolo, del contemporaneo Hayez.

 

A San Vendemiano è stato da poco acquistato un altare da una chiesa della vicina Conegliano. La dedicazione sarà a sant’Antonio di Padova. Serve una pala che lo raffiguri. Giovanni riceve l’incarico e un acconto di Lire 918,15. In una lettera del 30 giugno, con umiltà, egli assicura tutta la diligenza affinché il suo lavoro possa produrre “buon effetto” e “meritare compatimento”. Il parroco di San Vendemiano e i Fabbricieri hanno modo di visionare uno Studio preparatorio della composizione, realizzato dall’artista a penna, bistro e acquerello su carta. E’ un prezioso documento che oggi ci permette di comprendere l’evoluzione che ha portato all’opera finale!

 

Gustoso è anche lo Studio per il volto e il gesto del giovane: ci mostra che il pittore, in un primo momento, immaginava di delinearne il suo bel profilo ma, nel dipinto sceglierà di collocarlo di spalle.

 

La pala viene collocata sull’altare nel 1834. Offre una straordinaria finestra sull’ineffabile. Siamo a Lisbona. Un portico ad archi moreschi fortemente scorciato è il palcoscenico di questo evento, giunto al suo apice. Antonio ha appena resuscitato un giovane. Della sua morte è accusato il padre del santo. Ingiustamente. Solo il malcapitato può scagionarlo e mettere in luce la verità. Mettere in luce. E’ ciò che muove la pittura stessa dell’artista trentino. Grondante di colore, liquida, generosa di gradazioni e di contrappunti. Gli attori, assiepati sul palco, hanno gesti eloquenti. Il giudice, incredulo, strabuzza gli occhi; il vero colpevole, smascherato, sembra voler scappare. Antonio, poderoso, rivestito della sua stessa grandezza morale, interroga il redivivo e gli indica il padre. Quest’ultimo, ancora impedito dai gravi ceppi, è una figura di rara bellezza. La veste sfrenatamente raffinata stride con il suo aspetto canuto e dimesso. Un tributo al Tiepolo. In basso, il giovane, ancora riverso nel sepolcro, ha appena proferito parola.

 

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